Muori per me di Karen Rose
1° volume della serie Vartanian di 3
Editore Leggereditore
pag.576
ISBN 978-88-6508-033-7
Prezzo € 10.00
Voto: (3/4, mha1)
Un assassino implacabile, un videogioco dove le vittime sono reali. Un detective e un’archeologa uniscono le loro forze per fermare un gioco crudele. Ma l’efferatezza dei crimini non riuscirà a smorzare la tensione sensuale che si scatena fra i due, inesorabile sin dal primo istante.
Sedici fosse: alcune di esse sono ancora vuote, altre ospitano cadaveri disposti con una cura meticolosa. Le vittime sono state brutalmente torturate e le tecniche di cui si serve l’assassino provengono da una delle epoche più oscure dell’umanità: l’Inquisizione. È per questo che il detective Vito Ciccotelli decide di rivolgersi a Sophie Johansen, un’archeologa specializzata in storia medievale. Nonostante gli anni di esperienza i due si ritrovano ad affrontare la lama affilata del terrore. Il killer non ha ancora finito la sua opera, e chi cercherà di fermarlo rischia di trasformarsi nella nuova pedina del suo gioco di morte. Vito teme che il prossimo grido di orrore possa essere quello di Sophie, proprio ora che l‘ha trovata, ora che la passione è tornata a travolgerlo.
Muori per me è un libro che mi costringe a riflettere parecchio per scriverne il commento. Perchè il semplice voto delle “stelline” non è sufficiente a classificarlo.
In questo caso particolare le stelline sono un pò traditrici, se non inutili.
Non permettono una classificazione chiara e netta. Senza sfumature intermedie, per cui puoi dire con sicurezza assoluta -Mi è piaciuto!- oppure -Ma che orrore!-.
Muori per me è si un bel romanzo. Sicuramente un thriller. Non eccessivamente romance (per lo meno non quanto uno potrebbe aspettarsi, è solo una piccola parte del tutto).
È scritto bene, con una trama interessante e abbastanza originale. Con un bello studio di base che sorregge l’intero intreccio.
Ma come avrete già capito c’è un MA.
Un “ma” non troppo preoccupante, vi assicuro, ma comunque che si è fatto sentire. C’è qualcosa, durante la lettura, che non mi ha permesso di spiccare il salto. Di essere completamente assorbita dalle scene descritte o dai personaggi. Quel qualcosa che vi fa immedesimare così tanto da far saltare il cuore in gola dal terrore nei momenti più oscuri. Sono quasi sempre rimasta distaccata, al di fuori.
Si, c’è sentimento…ogni tanto una sorriso affiora. Più che altro nelle scene tra i due protagonisti o comunque nei dialoghi “leggeri”.
Tutti i personaggi “di tutti i giorni”, quelli che ruotano costantemente attorno ai protagonisti, sono ben delineati e interessanti con caratteri ben definiti…e permettono di parteggiare per un personaggio in particolare e desiderare una storia tutta per lui.
Ma per me c’è qualcosa che manca di fondamentale nella parte thriller. La principale, a conti fatti, del romanzo.
Non ho avuto brividi, tensione, paura. Il cattivo di turno non mi è entrato sottopelle.
E sinceramente ho trovato il romanzo troppo lungo per quelle che erano le necessità. Mi è sembrato dispersivo.
Sicuramente come prima prova è una buonissima introduzione. Quindi spero che già nel secondo, Grida per me, la Rose si rifaccia completamente di questi miei pochi (anche se non proprio piccoli) dubbi.
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